Ma che vai cianciando! Ma non perdere tempo in cose inutili. Cerca piuttosto ciò che ti può essere utile sia a te che agli altri, che vi affannate nell’inutilità delle favole, dannose allo spirito. Per cui Cristo ha pagato con la vita perché non si ripetesse il danno spirituale, per sollevare dalla morte e condurre alla luce infinita di Dio.
Caro Eureka, credo che le favole siano quelle alle quali corri dietro tu.
Ti sei fatto la TUA tradizione, ti sei scolpito la tua parola, ti sei inventato la tua rivelazione...e ti sei costruito un Dio che ruota attorno a ciò che tu hai deciso e a come hai scelto debba essere.
Ti propongo, “Dieci Parole Divine” in luogo di tante scritture da te indicate: domandati perché sono state ridotte a NOVE, perché è stata eliminata la parola STATUE. E’ evidente che gli autori di tale operazione blasfema sono coscienti del crimine che hanno commesso contro i Comandamenti di Dio.
Non è stato proprio eliminato NIENTE.
Allora perché rendere inutile il sacrificio di Cristo; Cristo è venuto a confermare la Legge, mentre qui si sta violando la Legge in grande stile.
Guarda, il Vangelo di Cristo non ammette POTATURE...
Quindi non cercare di farmi uno pseudo-discorso escatologico perchè parliamo due lingue totalmente differenti.
Io seguo una TRADITIO che parte dalla Chiesa dei primi secoli.
Tu ti segui la traditio che si è fatto Eureka pocomeno di qualche decennio fa.
Quando le cronache riportano il fenomeno di una statua che lacrima non bisognerebbe gioire, ma tremare perché si sta provocando l’ira di Dio: si sta raccogliendo i frutti della violazione scellerata dei Comandamenti di Dio. Inoltre si aggiunge il danno dell’inganno previsto dalle Scritture.
Caromio guarda che nessuno ha mai gioito nel vedere una statua che lacrima...anzi.
Per quanto riguarda Dio e "la sua ira"...questa tua immagine deriva dalla tua operazione di POTATURA e non ha nulla a che fare con la tradizione nè ebraica nè cristiana.
Una delle più conosciute rappresentazioni di Dio nella tradizione popolare ebraica è quella secondo la quale Dio siede su due troni, che corrispondono a due attributi diversi, quella della Giustizia (e del giudizio) e quello molto forte della Misericordia(rachamìm). Il trono del Giudizio richiede la punizione dell'uomo per le sue colpe, sapendo che questo è per il suo bene e per quello degli altri, ma quello della Compassione invita Dio alla Misericordia, alla grazia,e al perdono per le fragili creature umane che egli ama come figli.
Diceva Rabbì Yehudà in nome di Rav: "Dodici ore ci sono nel giorno; nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torah; nella seconde tre giudica tutto il mondo e quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e siede su quello della Misericordia...." (b'Avodà zarà 3b).
Nel momento in cui si sta leggendo questo testo i fautori della violazione stanno calpestando i Comandamenti di Dio, non curanti del dolore straziante di un uomo, mandato da Dio, che ha pagato col suo prezioso sangue perché ciò non accadesse, e le creature di Dio potessero godere della Sua Pace, del Suo amore.
Mammona e la grandezza effimera hanno fatto scrivere ed insegnare tanti inganni; costoro hanno raggiunto lo scopo prefissato per il quale hanno pure perpetrato tante ingiustizie.
Ma chi li segue non può invocare, nel giudizio di Dio, la buona fede, addossando le proprie colpe ai ‘pastori’ delle pecore. Le colpe sono colpe e chi sbaglia ne porterà la pena.
Guarda, chi calpesta LA PAROLA DI DIO (che è Gesù Cristo)...è invece chi ha deciso di POTARLA a proprio uso e consumo.
Di IMBAVAGLIARLA dove gli da fastidio e dove non la capisce...e di TRAVISARLA piegandola a ciò che ha in mente lui dove ha scelto di mantenerla.
Quindi, caro il mio deturpatore del Verbo di Dio, non cercare di imputare agli altri colpe che non hanno.
Ciao
Mauri
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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)